Appartengo ad un progetto comune
Questo millennio ci propone avvenimenti importanti e cambiamenti radicali. Nelle aree più sviluppate del pianeta le generazioni nate dagli anni 60/70 non hanno conosciuto direttamente la fame, la carestia, la privazione, piuttosto l’abbondanza e lo spreco. Ma tutti ne abbiamo sentito parlare nei racconti dei nostri nonni sul dopo guerra e tutti noi possiamo ricordare parti del pianeta e della storia dell’uomo in cui queste situazioni sono già avvenute e ciclicamente si ripetono. Le conosciamo, sono nelle nostre memorie, ci sono state raccontate, le abbiamo studiate o semplicemente le abbiamo ascoltate al notiziario: “in qualche parte del mondo sta succedendo qualcosa di grave, meno male che non accade a me”. Questo è quello che ci diciamo per rimanere tranquilli davanti alle nostre paure.
Se osserviamo la storia, vediamo che l’uomo ad un certo momento comincia a radunarsi in gruppi: molte persone, generazioni di persone, si muovono nella stessa direzione creando un movimento di massa. Astrologicamente parlando, quando questo accade, significa che i pianeti più lenti, quelli così chiamati ‘generazionali’, sostano su generazioni di persone creando un movimento collettivo. Per esempio nella storia abbiamo visto crescere movimenti di guerre ed epidemie… Le generazioni degli anni 60/70 hanno creato e sostenuto il ‘68 che fu indicato come movimento mondiale della pace, ed il femminismo che fu testimone della presenza nella storia dei diritti femminili. Tutto questo ci mostra una cosa fondamentale: masse di persone che si muovono nella stessa direzione con caratteristiche simili di pensiero. Un risveglio generale nel quale le persone si mobilitano per sostenere quello in cui credono, non solo a livello ideale, ma anche cercando di realizzarlo a costo di arrivare alla massima imposizione, alle guerre e in alcuni casi persino ai soprusi. Ma cosa ci rimane dopo una guerra o una devastazione? Ricostruire, rinascere… sì… ma soprattutto la possibilità di imparare, apprendere una lezione che è la cosa più importante per risvegliare le nostre coscienze a livello evolutivo.
Astrologicamente il 2000 è sempre stato temuto per i molti pianeti generazionali congiunti e allineati. Mi ricordo che una quindicina di anni fa durante un corso serale di Astrologia alcuni allievi mi chiesero che cosa sarebbe successo in quel periodo. Avevo iniziato a notare che molte persone intorno a noi erano morte e altre stavano male, molte si ammalavano. Allora risposi: “chi sta male, starà sempre peggio e soprattutto chi soffre di nervi o depressione vedrà accentuarsi il proprio disagio; entrando nell’era dell’Acquario, il cambiamento sarà sostanziale e chi non riuscirà ad adattarvisi sarà in qualche misura lui stesso penalizzato. L’influenza della situazione in cui viviamo sarà sempre più accentuata affinché riusciamo a ‘vederla’ e possiamo evolvere”. A quei tempi raccontavo e spiegavo anche il mito del diluvio Universale, non nella versione molto conosciuta di Noé, ma in quella meno nota di Giove, in cui il mito si associa all’Acquario ed è parte della storia Greca.
Questa versione appartiene all’epoca del bronzo, il periodo in cui gli uomini avevano perso il valore dei legami fraterni, erano diventati corrotti e si uccidevano fra loro. Giove, disgustato dal comportamento umano, decise così di eliminare l’umanità che era ormai degenerata. Prometeo venne a sapere del piano di Giove e corse ad avvertire Deucalione, suo figlio, re della Tessaglia, consigliandogli di costruire una barca. Deucalione e Pirra, la sua sposa, non erano ancora corrotti. Per 9 giorni navigarono sull’arca fino a che le acque si ritirarono e la tempesta e i venti si placarono; così si salvarono e si accorsero di essere rimasti soli, gli unici superstiti su tutta la Terra. Consultarono allora un oracolo, che suggerì loro di gettarsi dietro le spalle le “ossa della grande madre”, dopo essersi velati il capo: Deucalione capì che l’oracolo si riferiva alle pietre della terra. I due fecero come gli era stato detto: dalle pietre gettate da Deucalione nacquero gli uomini, da quelle lanciate da Pirra le donne: fu così creata una nuova razza umana.
La situazione attuale sta accomunando tutti i popoli, è mondialmente presente e il disagio che la caratterizza si espande a tutti i livelli. Stiamo tutti vivendo un caos e non c’è un paese che non si trovi nella stessa condizione critica. Malati, decessi, contagiati, quarantena, limitazioni, restare a casa, pandemia, sono diventati il nostro vocabolario quotidiano. Ovunque persone che stanno male, si preoccupano e si lamentano… che cosa faremo della nostra vita in futuro? Abbiamo un’idea di quello che accadrà? Quando veramente potremo ripartire?
La cosa più incredibile è che ancora non stiamo imparando veramente la lezione che l’esistenza in questo periodo ci sta dando: viviamo questa situazione critica sotto un profilo catastrofico, ma possiamo entrare in una diversa visione, quella dell’opportunità, della ricostruzione e della rinascita.
Se non fosse avvenuto qualcosa di così enorme su scala mondiale, i cambiamenti non avrebbero potuto essere così repentini e così di svolta. Noi abbiamo la forza di ricominciare creando un mondo pulito, quello che veramente desideriamo. Ma in che modo? C’è bisogno di collaborazione: non lasciamo che solo alcuni ricostruiscano, siamo noi partecipi di ciò che desideriamo da ora in poi nella nostra vita. Sta a noi preparare la rinascita. Sta a noi essere responsabili dei nostri movimenti, ascoltare cosa succede per poterci muovere, creare uno spazio futuro sano per le generazioni a venire. E’ per questo che non è possibile ritornare nell’individualismo per poter rinascere.
La dimensione da sviluppare è quella collettiva, questa sarà il nostro futuro, non più quella individuale, che fortunatamente stiamo perdendo. La collaborazione è ciò che prevarrà da adesso in poi: la rinascita è collettiva, non è nella singolarità. Se fin qui abbiamo chiuso la nostra sensibilità agli altri, per poter rinascere dobbiamo farlo tutti insieme e sarà un movimento mondiale incredibile. Non esiste la rinascita per me e per te no. E’ per tutti, oppure per nessuno, il risveglio sarà di gruppo o non ci sarà affatto. La parte individualistica della vita sta sparendo, a rimanere saranno le persone più sensibili o che si stanno sensibilizzando davanti alla morte perché sentono la vita. Una persona che non sente la vita, non si sensibilizza nemmeno di fronte alla morte. Rimarranno le persone che si sapranno adattare, quelle che avranno un po’ più di fluidità e l’apertura mentale per entrare in questa era, l’era acquariana, del diluvio universale, l’era della comunicazione a più livelli, a livelli molto più ampi. Ora tutto viene portato all’esagerazione: chi è rabbioso sarà sempre più arrabbiato, chi è pazzo uscirà ancora più fuori di testa. Ognuno di noi è messo di fronte alle proprie paure, ai propri limiti e anche alle proprie dipendenze, in una condizione da cui non può scappare. Tutti vanno dicendo di aver perso la libertà, che ci hanno tolto la libertà. In realtà siamo noi stessi che viviamo in una condizione in cui non ci sentiamo bene, dove la maggior parte delle cose che abbiamo – famiglia, lavoro, relazioni – sono superficiali o di bisogno o di comodo o di sacrificio e a seconda di come le viviamo ci sentiamo non liberi. Mi sento recluso in una situazione che mi costa sacrificio, tempo e disponibilità e non ci sto dentro, ma non posso scappare. Desidero liberarmi dalle cose che ho scelto di avere e che non riesco a vivere perché le ho, le posseggo, ma non le sento, non so come vivermele: è questa la grande differenza e una grande incapacità dei nostri tempi. Quindi ci siamo messi noi stessi in una situazione dalla quale ci vogliamo liberare e pensiamo che la libertà sia a partire dal liberarci di qualcosa. Non abbiamo la capacità di stare bene insieme agli altri: la convivenza stretta ci porta a relazionarci con le persone, ma più conviviamo, più stiamo a contatto con gli altri, e più ci sentiamo in difficoltà. Quindi noi ci scegliamo una situazione per poi cercare di liberarci da questa. Ma cos’è la libertà? Essere liberi è stare dentro a ciò che noi scegliamo. La libertà è il qui e ora ovvero il momento presente e noi non siamo capaci di stare nel momento.
Il sacrificio ci consente di mantenere la situazione ed è una forma mentale a cui ricorriamo per giustificare quello che facciamo. Quindi dove è la libertà? L’abbiamo sacrificata. Se potessi vedere questa situazione dal di fuori, dovrei lasciare andare i lamenti che non ci servono a niente: ho paura di non aver più lavoro, più soldi…
Adesso il mondo è pervaso da paure, l’atmosfera notturna è meno silenziosa e più pervasa da preoccupazione ed allarmismo. Il brusio dei tanti pensieri lamentosi – siamo cascati in disgrazia, quanta atrocità, siamo in guerra, come potremo riprenderci? – crea l’inquinamento dell’area notturna rendendo difficoltoso e disturbato o addirittura impedendo il riposo di tantissime persone. La notte è fatta per dormire e per riposarsi, è uno spazio fondamentale di rigenerazione. Cos’altro possiamo fare oltre che lamentarci? Possiamo convergere i nostri pensieri e la nostra forza in un’unica direzione che serve ad immaginare come ci possiamo riprendere. Possiamo ringraziare perché come in tutte le situazioni anche in questa c’è da imparare una lezione, una lezione grande che accomuna tutti i popoli.
L’Era Acquariana ci sta presentando una situazione completamente diversa, sconvolgente per le nostre menti, il coronavirus sta radendo al suolo tutto. E tutto è stato così veloce, così estremo che in nemmeno due mesi è veramente scoppiato il caos e crolla ogni certezza: salute, lavoro, denaro. La base delle sicurezze della nostra civiltà sta perdendo valore e quello che sta iniziando ad emergere sono i legami e gli affetti umani: o anche questi saltano, oppure si formano finalmente in maniera sana. O riesco a stare nella convivenza, oppure mi rendo conto della mia incapacità affettiva di saper stare in una famiglia e di conseguenza anche in una famiglia più allargata come paesi, città, mondo intero. Quella che si sta delineando è una situazione di autosostentamento, di aiuto reciproco, di auto-aiuto: il vicino riesce a capire delle situazioni che prima non comprendeva. Abbiamo la possibilità e la necessità di valorizzare di più il rapporto umano a scapito del denaro e della ricchezza su cui avevamo investito e che ora sta perdendo di valore. Adesso sentiamo che quello che più conta, ciò che ha veramente valore è l’amore per il padre, il fratello o l’amico che abbiamo paura di perdere. Mentre le borse stanno crollando, la comunicazione affettiva diventa ciò che ci sostiene. Se non riusciamo a vedere tutto questo, lasceremo in mano l’esistenza un’altra volta in mano a persone che non hanno sentimenti, ma se lo facciamo, su questa base possiamo ricostruire. Anziché lamentarci, possiamo diventare intraprendenti e positivi, ognuno di noi nel proprio piccolo può pensare come dare una mano al proprio capo per trovare soluzioni affinché il lavoro possa riprendere, per ricostruire insieme in un ambiente di collaborazione sana.
Non ci sono più io in cassa integrazione da un lato e il mio capo che mi rompe dall’altro. Il lavoro è anche ‘mio’, io ho una responsabilità insieme agli altri per farlo ripartire nella maniera migliore. Ognuno di noi può cercare di mostrare veramente il proprio valore, non preservandosi, ma aiutandoci a vicenda. Mettiamo in atto tutte le risorse per costruire un sano ambiente familiare, amicale e di lavoro aiutandoci reciprocamente.
Una parte del pensiero di adesso sostiene che controllare il vicino sia buono: “guarda il vicino cosa fa! Non rispetta le regole! E’ punibile!”. Fare la spia non è collaborazione, anzi toglie la libertà di pensiero, la libertà di creare. Il nostro lavoro ci serve ancora per 8 ore al giorno? L’era acquariana porterà via tutte queste vecchie concezioni. E’ arrivato il tempo della fluidità mentale perché c’è bisogno di adeguarsi ai cambiamenti in una modalità più rapida che in precedenza. Non è più il momento di continuare a pensare come prima, né di credere di tornare a vivere come prima. Siamo chiamati ad un movimento più intraprendente, più assertivo.
L’era acquariana è dunque l’era dell’essere illuminati, l’era della chiaroveggenza, senza compromessi e senza vie di mezzo.
Livia